La parola al progettista del carro Ciro A.Ciavolino

Carissimi torresi,mancano meno di due mesi alla piu’ attesa festa a Torre del Greco,e gia’ fervono i preparativi a questo grande evento che tutti i torresi aspettano per un anno intero:la festa dell’Immacolata.Da oggi vogliamo entrare nel cuore di questa tradizione torrese,iniziando proprio dall’artista che ha progettato il carro trionfale dell’Immacolata in quest’anno della fede e del 50°anniversario dalla beatificazione del nostro parroco santo Vincenzo Romano.Stiamo parlando dell’artista torrese Ciro Adrian Ciavolino ,a cui và la mia gratitudine e un ringraziamento per la disponibilita’ concessa nell’inviarci una relazione completa sul suo progetto del carro trionfale dell’Immacolata 2013:
AVE, ALLEGREZZA DELLA NOSTRA PATRIACarro Trionfale dell’Immacolata 201350° Anniversario Beatificazione Vincenzo Romano
“ Quando Gian Lorenzo Bernini, attraversando quasi tutto il Seicento e amato dai Papi del suo tempo, veniva chiamato da questi per monumenti ed altre opere, come ad esempio fontane, rispettava un suo dettato di equilibri e forze plastiche, oserei dire che tramutasse in pietra scolpita le macchine da festa. Possiamo ricordare la fontana delle Api, del Tritone, dei Fiumi, del Moro, e altre. In parte trascurava di incantare con giochi d’acqua per comporre soprattutto alternanze di masse, movimento, chiaroscuri. Le vasche e l’acqua erano complementi di immagini e “momenti stabili” di rappresentazione. Spostando blocchi in un gioco di pieni e di vuoti come rapporti musicali, con figurazioni e varie prospettive, Bernini creava dinamismo. Realizzava cioè, con questi elementi, le sue famose “geometrie fluide”.Nell’intesa di un mio progetto per il Carro Trionfale dell’Immacolata son partito consumando un lungo tragitto di provini: in particolare sulla esaltazione della figura del Beato Vincenzo Romano che avrebbe costituito, con la posizione di preghiera, la sua devozione alla Vergine Immacolata. Celebriamo quest’anno i cinquant’anni della Beatificazione del nostro Preposito Curato. Con incontri continui col Parroco Mons. Giosuè Lombardo si cercava il guizzo di una idea intorno alla quale costruire una storia sacra.Mettendo su carta i primi schizzi, mi ero accorto di cadere nell’ovvio, come può accadere all’artista solitario che non cerca e non ascolta voci di conoscenza: sarei rimasto ancorato al solito necessario castelletto centrale atto a fare da piedistallo e contenitore della Vergine con la necessità di celare lo scivolo per la discesa e salita dell’immagine, il nucleo centralizzato del castelletto finiva con l’essere strumento. E’ allora sorta l’idea che esso dovesse essere non solo un mezzo ma “qualcosa che rappresentasse qualcosa”, essere insomma per se stesso una rappresentazione, e il dove, il come e il perché del culto nostro per l’Immacolata, cioè indicare una triade di riferimenti: la nostra città, il Beato nostro intercessore e un evento naturale.Nel 1794 il Beato aveva 43 anni, s’era formato alla santa scuola di Alfonso Maria de’ Liguori. L’eruzione del Vesuvio ci aveva travolti, con molta parte della città era caduta nel fuoco la nostra chiesa madre. Il giovane Vincenzo Romano non si perse d’animo, pensò: Ricostruirò questa chiesa più bella e più grande di prima. Qualcuno gli ricordava che questa, partendo la riedificazione, potesse essere troppo ampia per il nostro popolo in parte disperso. Il nostro Preposito Curato disse, come si narra, che essa si sarebbe riempita tutta di fedeli, come oggi vediamo.Affiorando così queste idee, tra visite all’Immacolata e alla Casa del Beato, perché fosse più pregnante l’ispirazione, m’è giunta un’eco di fede sui nostri primi passi. Si sono affacciati nel percorso mentale e sulla carta, con la Vergine Immacolata, il Beato Vincenzo Romano, l’eruzione del Vesuvio, una data, la nuova basilica, le peregrinazioni per altre chiese, il fuoco, gli angeli. Insomma ne veniva un racconto: gli elementi del Carro sarebbero stati, ancorché necessari supporti costruttivi, figurazioni che avrebbero raccontato la città e le sue vicende, con l’opera degli artisti chiamati per rappresentare scene di vita del nostro Parroco Santo, come basamento essenziale della nostra Torre-Città, e quindi fondamenta spirituali della nostra storia che ci veniva di illustrare. Si desiderava rappresentare i suoi fatali momenti di mestizia risollevati dalla fede nella nostra Chiesa e per i nostri Santi.Nella necessità di rappresentare l’eruzione del 1794 dovevo evitare la costruzione di magma che sarebbe scaduta in una peculiarità realistica ma greve, correndo il rischio di rifare certi cumuli di grossi lapilli a sostegno di immagini, come sovente si vedono sotto portoni e nei giardini torresi. L’eruzione doveva esaltarsi in un’opera di narrativa con movimento ricco, trovando nelle fiamme che vanno ad avvolgere la Torre-Città ornata di gigli una alternanza simbolica di sventura e grazia, evento terreno e purificazione, la luce delle nostre tradizioni e della nostra fede di città eucaristica. Geometria fluida quindi, che rompe schemi centrali e speculari con dinamismo di elementi tra loro sbalzanti di pieni e di vuoti, di luci e superfici serene.Il Beato impetra la Madonna di dargli la forza di far risorgere la nostra Basilica, gli Angeli sorreggono il modello del tempio che sarà. Si illustra una Evento, una preghiera, la fede. E storie del Beato nel corpo che sorregge la Torre, mentre Intorno alla base del Carro si illustrano, sul fondo della Chiesa Madre come grembo, le quattro chiese praticate dal nostro Parroco Santo. Aspiro ad un Carro luminoso: l’Immacolata è luce, salvezza, purezza, fonte di grazia, e quindi ad una nobile rappresentazione di un titolo straordinario:Ave, Allegrezza della nostra Patria.
Ringrazio Mons. Giosuè Lombardo per la catechesi e la continua assistenza spirituale.Tutti gli artisti che concorrono alla realizzazione dell’opera:Giacomo Fiorentino e Donato Frulio per le sculture.Luigi Ascione per la costruzione del modello della Basilica.Cira e Rosaria Amato per la confezione dei gigli.Giovanna Accardo e Salvatore Di Lecce per le quattro chiese praticatedal Beato.Pasquale D’Orsi per il corredo fotografico.Riccardo Lamberti per la realizzazione.”

2013 Anno della Fede C. Ad. Ciavolino

Ringraziamo a nome di tutti i torresi il Maestro Ciro Adrian Ciavolino per la presentazione del progetto del Carro trionfale dell’Immacolata 2013 e per aver omaggiato tutti i suoi collaboratori (tra cui il sottoscritto),specificando la realizzazione dell’opera di ognuno di essi.
Buon cammino a tutti nel nome di Maria Immacolata, “nostra allegrezza”.
Per ulteriori informazioni potete contattare direttamente la Basilica Pontificia di Santa Croce al numero telefonico: 081/8812250.