Chiusura processo diocesano Beato Vincenzo Romano

Carissimi torresi,a conclusione del processo diocesano su un presunto miracolo avvenuto a Torre del Greco per l’intercessione del Beato Vincenzo Romano,Giovedi 8 ottobre alle ore 18:30 nella Basilica Pontificia di Santa Croce in Torre del Greco (Napoli)SOLENNE CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA Presiede il Cardinale di Napoli Crescenzio Sepe.Con la sessione conclusiva del processo diocesano e la chiusura con sigilli di ceralacca dei contenitori che contengono tutti gli atti, testimonianze e documentazione medica raccolti dal gennaio 1915 ad oggi,la parola passa alla Congregazione delle Cause dei Santi con Sede a Roma.Arrivata la documentazione a Roma, inizierà la fase romana del processo,che durerà vari anni, nella quale, si apriranno i contenitori, saranno controllati e rilegati gli atti in due copie (Trasunto, che rimane in Congregazione e copia pubblica, che verrà data al postulatore in fase romana), e si chiederà la validità del processo (tempo indeterminato). Nel frattempo il postulatore preparerà il Sommario con le dichiarazioni dei testi e dei documenti medici raccolti nella fase diocesana e lo consegnerà al relatore della Congregazione per il revisa; ricevuto il revisa, il postulatore preparerà la Fattispecie, che consiste nella esposizione cronologica dei fatti in un modo semplice e oggettivo, (anche questa parte deve avere il revisa dal relatore). Subito dopo queste parti verranno date a due Periti d’Ufficio, che redigeranno separatamente il loro parere: se i pareri sono positivi, si aggiungono alla Positio (fascicolo stampato formato dal Sommario, Fattispecie e dai pareri dei periti d’Ufficio). A questo punto la Congregazione nomina due medici scelti tra coloro che studiano il caso e si fissano il giorno e l’ora della Consulta Medica. In cui sono presenti sette medici (i due medici che hanno studiato il caso e altri cinque, a cui pure viene dato il fascicolo), i quali nella seduta daranno il giudizio secondo la scienza. Se il caso avrà esito positivo, la relazione della Consulta Medica viene unita alla positio, insieme all’Informatio (composta da un’ introduzione rivolta al Santo Padre, un sommario breve, le prove, Fattispecie, Diagnosi, Terapia, Prognosi, Invocazione, Guarigione istantanea e perfetta, guarigione duratura, il carattere della guarigione, conclusione). Il tutto, appena pronto (stampato), viene inviato ai consultori teologici per lo studio e verrà stabilità una seduta (chiamata Congresso), dove i teologi daranno il loro voto, personale e conclusivo. Avuto il parere positivo del Congresso dei teologi, il verbale della seduta, insieme ai voti dei teologi, formaranno un altro fascicolo. Pronto tutto, il postulatore chiede la nomina di un ponente che dovrà presentare alla Congregazione Ordinaria dei cardinali e vescovi il caso; se l’ordinaria dà esito positivo, il prefetto della Congregazione va in udienza dal Santo Padre, il quale firmerà così definendo il presunto miracolo, a tutti gli effetti miracolo e ordinerà alla Congregazione d’intesa di preparare con il postulatore il decreto sul miracolo.Il Sommo Pontefice fisserà una seduta chiamata Concistoro, durante la quale annuncerà solennemente il giorno in cui il Beato sarà dichiarato Santo durante una solenne celebrazione eucaristica in Piazza S. Pietro.Intensifichiamo la supplica alla Santissima Trinità, perché si affretti il giorno in cui “l’umile parroco di Torre del Greco” venga iscritto nell’Albo dei Santi della Chiesa.
Breve biografia del Beato Vincenzo Romano
Vincenzo Romano nacque il 3 giugno 1751 a Torre del Greco, città marinara al centro del golfo di Napoli. I genitori, Nicola Roma­no e Grazia Rivieccio, di famiglia modesta, abitavano a Via Piscopia, in uno dei rioni più popolosi e vivaci della città. Trascorse i primi anni della sua vita in un clima familiare assai religioso ed ebbe come pri­mo maestro ed educatore don Agostino Scognamiglio, pio e dotto sa­cerdote torrese.Dopo aver superato difficili prove, a causa dell’elevato numero dei seminaristi e del clero locale, all’età di 14 anni fu ammesso al Seminario diocesano di Napoli, dove potè giovarsi della guida di uo­mini di cultura e di santità, dei consigli di Mariano Arciere, suo padre spirituale, e degli insegnamenti di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori.Ordinato sacerdote il 10 giugno 1775, si dedicò con zelo ed amo­re alla celebrazione dei sacramenti, all’attività catechistica, all’assi­stenza dei poveri, degli ammalati e dei tanti marinai torresi che batte­vano i mari per lavoro, tanto da meritarsi l’appellativo di «celebre faticatore» e «operaio instancabile».Dal 1796 al 1831 resse, prima come economo curato e poi (dal 1799) come preposto, la Parrocchia di S. Croce, che comprendeva allora l’in­tera città di Torre del Greco, la più popolata del territorio di Napoli.La terribile eruzione del Vesuvio del 15 giugno 1794, che distras­se quasi completamente la città e la chiesa parrocchiale, mise in lucela sua fibra apostolica. Egli si dedicò subito alla difficile opera di ricostru­zione materiale e spirituale della città e della chiesa, che volle riedificare più grande e più maestosa. Morì il 20 dicembre 1831 dopo una lunga e penosa malattia, lasciando ai suoi sacerdoti come testamento spirituale l’impegno a vivere la carità fraterna.Leone XIII, il 25 marzo 1895 dichiarava eroiche le virtù di Vincenzo Romano e Paolo VI, il 17 novembre 1963 lo proclamava Beato, additan­dolo al clero e specialmente ai parroci quale modello di vita apostolica.Il suo corpo riposa nella Basilica Pontificia di S. Croce, dove, l’11 novembre 1990 si è recato a venerarlo Giovanni Paolo II durante la sua visita pastorale alla Chiesa di Napoli.
Un saluto a tutti “che a Maronna v’accumpagne sempe”.